Alberto Riccoboni
Alberto Riccoboni (Este, 5 gennaio 1894 – Milano, 1973) è stato un architetto e storico dell'arte italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Fu personalità chiave dell'architettura giuliana,[1] ricoprendo anche la carica di ispettore per la Soprintendenza alle Belle Arti di Trieste e della Regione Giulia.
Giunse a Trieste nel 1900 al seguito della famiglia. Grazie a una borsa di studio frequentò l'Istituto di Belle Arti di Roma, diplomandosi nel 1915. Prese in seguito parte al primo conflitto mondiale come volontario, guadagnandosi una medaglia e una croce di guerra. Nel 1919 inizia la collaborazione con l'Ufficio Belle Arti di Trieste (dal 1924 Regia Soprintendenza). Prese parte all'impresa fiumana di Gabriele D'Annunzio e successivamente seguì il viaggio del Milite Ignoto da Aquileia a Roma. Curò il restauro di numerosi edifici sacri nella Venezia Giulia. Tra il 1929 ed il 1931 eseguì, con l'allora sovrinventendente Ferdinando Forlati, il restauro del Castello di Miramare, dapprima destinato a sede museale e successivamente riconvertito a residenza del duca Amedeo di Savoia-Aosta. Nel 1932 fu trasferito all'Aquila con la qualifica di direttore di II grado. Dopo un rientro di breve durata nella città natale , dagli inizi degli anni Cinquanta si trasferì definitivamente a Milano quale redattore del Touring Club Italiano; tra i suoi principali lavori si ricorda anche il rifacimento dell'oratorio di San Giuseppe dei Minimi e la realizzazione della chiesa di Cristo Re all'Aquila.[2]
Opere principali
[modifica | modifica wikitesto]- Roma Nell'Arte; La Scultura Nell'evo Moderno dal Quattrocento ad Oggi, Roma, Edizioni Mediterranee, 1942.
- Capolavori d'Arte in Roma, Roma, Edizioni Mediterranee, 1958.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Una mostra su Alberto Riccoboni architetto triestino tra le due guerre, in Il Piccolo, 30 settembre 2008.
- ^ Orlando Antonini, Architettura religiosa aquilana, II, Todi (PG), Tau Editrice, 2010, p. 237.
- ^ https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/675366
- ^ Acta Apostolicae Sedis, 26 (1934), p. 212.